“Il Crowdfunding è l’incontro tra Economia e Comunicazione”
Alessandro Brunello, Campagna Crowdfunding
Il crowdfunding – argomento principale delle ricerca di Alessandro Brunello – è da un lato uno strumento economico a tutti gli effetti che permette di semplificare il fundraising attraverso alcune applicazioni digitali, dall’altro rappresenta la somma di quelle tecniche ed approcci, tra i quali lo storytelling, che hanno causato il cambio di paradigma nel mondo della comunicazione.
Cos’è il Crowdfunding?
Il crowdfunding, termine che sta prendendo sempre più piede nella società moderna, non è altro che un neologismo frutto dell’incontro di due termini inglesi: da una parte crowd, che letteralmente significa folla e dall’altra funding, ovvero finanziamento.
Questo termine può essere definito come un processo di collaborazione tra più persone che utilizzano una propria somma di denaro con il fine ultimo di sostenere i progetti di privati cittadini, di aziende, di enti e di organizzazioni.
Il termine crowdfunding viene tradotto dai più come finanziamento dal basso o finanziamento dalla rete: in realtà la traduzione risulta essere abbastanza grossolana e leggermente inesatta.
Sarebbe più opportuno parlare di folk funding o di social funding, ovvero di finanziamento sociale, dal momento che risulta essere più che altro la conseguenza di un’attività di networking ben strutturata.
Il crowdfunding è un processo di collaborazione tra più persone
Se volessimo essere più tecnici potremmo definire il crowdfunding come una parola-ombrello dal momento che racchiude al suo interno strumenti, processi e tendenze, anche molto differenti tra di loro. In particolare è:
- Un punto d’incontro tra nuove forme di economia e social networking;
- Un insieme di nuove comunità economiche basate sul finanziamento orizzontale;
- Una community attiva nel raggiungere un obiettivo comune;
- Una comunione di strategie e software che permettono a un singolo o a un gruppo di cittadini di trovare i fondi per finanziare un progetto.
Siamo di fronte a una vera e propria nuova forma di economia accostata al mondo del social networking: infatti dopo i like di Facebook, i retweet di Twitter e i cuori di Instagram, sembra spuntare all’orizzonte il pulsante “Ti sostengo” che, ai fini della realizzazione e della diffusione di un progetto, risulta essere di gran lunga molto più utile.
Le origini del crowdfunding
Il crowdfunding è un fenomeno abbastanza recente: le sue radici affondano nei primi anni 2000 anche se, prima del XXI secolo, ci sono stati degli episodi riconducibili a questo genere di finanziamento collettivo.
Secondo gli storici la prima campagna di crowdfunding sarebbe stata effettuata nel lontano 1884: in quell’anno il Comitato Americano, che aveva l’incarico di completare la restaurazione della Statua della Libertà, aveva grandi difficoltà economiche nel portarla a compimento.
Il famoso giornalista ed editore Joseph Pulitzer (da cui nascerà il più importante premio nel campo giornalistico) che all’epoca lavorava per il New York World, esortò i cittadini newyorkesi a finanziare il progetto. In circa sei mesi furono raccolti quasi 100mila dollari.
Altri studiosi ritengono che delle forme embrionali di micro-finanziamento siano addirittura antecedenti al 1884: più precisamente sarebbe stato Jonathan Swift, celebre scrittore irlandese vissuto a cavallo tra il 1600 e il 1700 e conosciuto soprattutto ai più per la sua satira “I viaggi di Gulliver”, a essere un precursore del moderno crowdfunding.
Il famoso scrittore fondò l’Irish Loan Fund, tramite il quale concedeva somme di denaro a privati a patto che la restituzione avvenisse tramite esigue rate settimanali senza alcun interesse.
Ma è stato negli anni 2000 che il crowdfunding si è diffuso notevolmente a livello globale divenendo un fenomeno di studio e di ricerca: in Italia la prima forma embrionale di crowdfunding risale al 2005 con la nascita di Produzioni dal Basso il quale ha sperimentato nel nostro paese un servizio online che aveva come fine ultimo quelli di finanziare progetti sul web.
Il fenomeno esplose nel 2009 con la nascita di Kickstarter, sito web utilizzato per finanziare e supportare progetti creativi: dall’industria videoludica a quella cinematografica passando per spettacoli teatrali e imprese agroalimentari.
Da lì, nel giro di pochi anni, il fenomeno esplose letteralmente: tra il 2011 e il 2012 nacquero alcuni esempi di reward e di social lending crowdfunding, nel 2013 fu introdotta una normativa che regolamentasse il modello equity based, mentre nel 2015 cominciarono a proliferare portali che si rivolgevano ad un’area geografica ben circoscritta. Infine nel 2017 il crowdfunding è arrivato a toccare anche il campo del mercato immobiliare.
Il crowdfunding per crescere
Il crowdfunding è uno strumento meritocratico nelle mani delle persone e allo tesso tempo un’opportunità commerciale eccezionale per le aziende – in special modo per quelle che devono ancora nascere, le famose start up.
Può essere definito come un processo di collaborazione tra più persone che decidono di stanziare il proprio denaro (in linea di massima piccole somme) per sostenere gli sforzi, i progetti e le visioni di altri: privati cittadini, aziende con qualsiasi assetto societario, enti o organizzazioni.
Una forma di economia basata sul coinvolgimento di una community che si attiva per completare un budget e realizzare un progetto.
Crowdfunding è, come dicevamo all’inizio, una parola ombrello che ci rende un servizio di facilità per identificare tendenze, processi e strumenti innovativi.
Il crowdfunding è uno strumento meritocratico
Attraverso i più svariati metodi di pagamento il progettista di crowdfunding riceve denaro da finanziatori, potenzialmente sparsi in tutto il mondo, che apprezzano e per questo vogliono vedere realizzata la sua idea. In cambio distribuirà delle ricompense (nel caso del reward based crowdfunding) o delle azioni (nel caso dell’equity based crowdfunding) a tutti coloro che avranno contribuito a raggiungere il goal.
Le campagne di crowdfunding che vengono lanciate, soprattutto attraverso la mediazione di piattaforme dedicate, possono riguardare ogni ambito e qualsiasi scopo: dalla ricerca tecnologica, allo sviluppo di un prototipo, dal restauro di un’opera d’arte alla produzione di un film, alla costruzione di un palazzo, al lancio di un servizio… non esiste un solo settore in cui il crowdfunding non sia stato impiegato almeno una volta.
Passato da moda a modalità, o meglio, a business model, il crowdfunding si è diffuso con l’emergere della così detta disintermediazione e, trovando la sua forza nella condivisione di valori in una community, rientra nell’alveo di ciò che gli economisti di tutto il mondo definiscono come Sharing Economy.
Nella campagna crowdfunding è importante tener presente che parlare di qualcosa che ancora non esiste è differente dal raccontare qualcosa che già c’è. Per questo i metodi e il linguaggio vanno declinati con pazienza e tanta cura nel contesto al quale vogliamo riferirci. Ogni volta che un progettista centra il bersaglio avrà imparato qualcosa di nuovo, qualcosa che rimarrà nel suo bagaglio culturale e professionale.
Oggi il crowdfunding, tra reward based, equity based e social landing rappresenta un mercato da oltre 40 miliardi di dollari che senza l’evoluzione dello storytelling forse non esisterebbe. Perché si scrive crowdfunding ma si legge campagna di comunicazione!
Del resto ormai la comunicazione è diventata architettura d’azienda.
Si scrive crowdfunding ma si legge campagna di comunicazione!
Le tipologie di crowdfunding
Reward based: basato sulla ricompensa. Il finanziatore dona una somma di denaro per avere in cambio un bene (oggetto o servizio) anche virtuale. Funge anche da pre-distribuzione per un progetto o prototipo innovativo. Può essere o non essere intermediata da una piattaforma. Fiscalmente consiste in una donazione libera e svincolata.
Equity based: basato sulla partecipazione azionaria. Si usa il crowdfunding per costituire il capitale sociale di un’azienda innovativa. I finanziatori diventano soci del titolare della campagna avendo in cambio quote. Ha come intermediario una piattaforma autorizzata da CONSOB.
Fiscalmente rientra nella “sollecitazione al pubblico risparmio”, in effetti si mettono sul mercato delle stock option.
Social lending: prestito P2P tra privati, è un prestito personale intermediato da una piattaforma garantita da una banca o SIM. Vengono offerti tassi convenienti sia per chi presta che per chi richiede. Fiscalmente è un prestito ad interesse.
Donation: il modello primigenio, archetipo del crowdfunding, da cui si sono sviluppate le altre forme. Consiste in una semplice donazione a cui il donatario non corrisponde alcun reward materiale o alcuna quota.
Il valore indiretto del crowdfunding
Il vero valore di una campagna non può essere calcolato solo nella somma raccolta, la forza del crowdfunding sta anche nella validazione sociale, nella capacità di prevendita, ricerca di mercato, creazione di community che si ottiene muovendosi in maniera avveduta.
Nella stragrande maggioranza dei casi, per avere gli stessi risultati o raggiungere lo stesso numero di persone attraverso metodi tradizionali, sarebbe necessario investire somme di denaro importanti.
Ambiti e campi d’azione del crowdfunding
Il crowdfunding risulta essere uno strumento molto versatile perché può riguardare ogni ambito e scopo: si può fare attività di crowdfunding con il fine di sostenere una ricerca per trovare una cura ad un male attualmente incurabile, oppure per finanziare un progetto cinematografico, fino a sostenere e incentivare le attività di ricostruzione di una zona terremotata.
Pensate che nel 2014 il Festival del Giornalismo di Perugia ha raccolto oltre 115mila euro tramite una campagna di crowdfunding durata circa tre mesi, mentre un altro caso significativo riguarda il finanziamento per la creazione del famoso Pebble Watch, uno smart-clock che riesce a connettersi tramite Wi-fi ad uno smartphone: in meno di una settimana si raggiuse la cifra di ben 4,7 milioni di dollari.
Altro esempio, questa volta riguardante il campo della cultura, ha come protagonista Made in Cloister, progetto partito nel 2012, che è riuscito a raccogliere quasi 90mila euro in 40 giorni con l’obiettivo di riqualificare il Chiostro di Santa Caterina a Formiello, una chiesa monumentale sita in Napoli e risalente al periodo rinascimentale.
Si può quindi facilmente affermare che, alla luce di quanti progetti siano sorti grazie a questo particolare tipo di microfinanziamento, il crowdfunding stia diventando uno strumento sempre più preso in considerazione da chi non ha le possibilità economiche per concretizzare, parzialmente o totalmente, dei progetti dalla natura più varia. E la sua crescita, attualmente, sembra essere in continuo e costante aumento.