Dall’inglese serendipity. La serendipità è la sensazione che l’uomo prova quando in modo imprevisto scopre qualcosa mentre stava cercando qualcos’altro. La serendipità va a braccetto con la sorpresa, lo stupore, la gioia divertita della scoperta ed ha un’accezione positiva.
È la sensazione benedetta dai ricercatori scientifici di tutte le epoche, visto che alcune tra le scoperte più importanti dell’umanità si sono raggiunte mentre si stava cercando qualcos’altro, molto spesso di meno importante.
Serendipità: esempi
Un esempio macroscopico è la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo che in realtà stava cercando di raggiungere le Indie.
Ma gli esempi sono moltissimi nella storia collettiva dell’uomo così come nella storia personale di ogni individuo. Dalla Penicillina al Viagra, dalla dinamite alla Radiazione Cosmica di Fondo, da Urano ai Raggi X passando dal Cellophane, al Teflon, alle patatine fritte. La casualità, in collaborazione con lo spirito di osservazione e con l’acume del ricercatore, ha messo l’uomo di fronte alla scoperta, all’invenzione, alla novità ontologica. L’uomo incontra una realtà della quale non sospettava l’esistenza. A quanto pare questo ci mette di buon umore, oltre che risultare funzionale.
« La serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino. »
J.Comroe Jr.
La storia della serendipità
Il termine è attempato ed ha una storia arzigogolata che profuma di avventure esotiche proprie di un’epoca, il settecento, dove studiosi ed avventurieri occidentali si perdevano nell’esplorazione dell’oriente e incontravano visioni fino a quel momento sconosciute all’Europa.
La parola serendipity deriva infatti da Serendip, l’antico nome che i Persiani diedero allo Sri Lanka e fu coniata dal padre del romanzo gotico, lo scrittore inglese Horace Walpole, nel 1754 in una lettera all’amico Horace Mann, ed usata per descrivere un particolare stato e sensazione.
Walpole si ispirò nel creare il suo neologismo alla favola persiana “I tre Prìncipi di Serendippo” di Cristoforo Armeno, che fu pubblicata a Venezia da Michele Tramezzino nel 1557. Nel racconto i tre rampolli di Giaffer re di Serendippo, nel percorso verso la virtù e la conoscenza, vengono salvati più volte da una serie di indizi che trovano casualmente sul loro cammino e che interpretano con acume ed apertura mentale.
Serendipità e l’evoluzione del web
Cosa centra tutto questo con l’economia collaborativa, il finanziamento sociale e l’evoluzione del Web? Tantissimo, dal momento che il World Wide Web stesso (www) nacque nel 1989 al Cern di Ginevra ad opera di Tim Berners-Lee, mentre si stavano cercando modelli per migliorare gli strumenti di comunicazione tra scienziati. Nel destino del web e del suo utilizzo è aleggiato spesso il genius della serendipità.
Tutti ci siamo più volte imbattuti in qualcosa che per noi ha rappresentato una piccola scoperta, mentre stavamo cercando dell’altro. E quante volte quello che incidentalmente abbiamo trovato è diventato uno spunto importante che ha fatto passare in secondo piano la ricerca che stavamo operando per proiettarci con stupore e gioiosa sorpresa verso una conoscenza che ha arricchito il nostro bagaglio?
Serendipità e i motori di ricerca
Purtroppo però, per comodità e semplificazione imposta soprattutto dagli usi commerciali, chi sta sviluppando il web in questo momento tende ad eliminare il “rumore di fondo”, ovvero la possibilità del risultato imprevisto nella ricerca, limitando così anche lo spazio della serendipità.
Se due persone oggi cercano una parola su di un qualsiasi motore di ricerca avranno risultati diversi a seconda di come quel motore di ricerca ha profilato gli utenti basandosi sui loro interessi (espressi dalle loro ricerche).
Sui social network questa tendenza che si esprime in Feed è così smaccata da permetterci di dire che Facebook, ad esempio, organizza gli utenti in bolle ristrettissime, molto più circoscritte del numero teorico degli “amici” e dei contatti. Questo è comodo per l’Adv, ma è limitante per l’esperienza degli utenti e per la serendipità.
L’arte di creare stupore
In ogni caso la vera forza che permette alle nuove pratiche disintermediate (anche di finanziamento) di funzionare è l’anomalia del sistema, “l’elemento umano della macchina”, la sensazione o emozione che sorprende. Se decidete di realizzare un progetto in crowdfunding, se intendete condividere qualunque cosa per realizzarla in qualunque rete sociale possibile, fatevi agenti della serendipità. Create stupore, gioia della scoperta, sorprendete le persone che incontreranno il vostro progetto e non preoccupatevi troppo di cosa state cercando adesso, ma rimanete aperti il più possibile ed occupatevi di saper leggere con acume e spirito di osservazione le indicazioni e i segnali della casualità.
Abbracciate quindi i cambiamenti che le nuove scoperte suggeriranno alla rotta della vostra curation: adesso siete voi i Prìncipi di Serendippo!