Il marketing aggressivo si basa su una sola grande leva umana: la paura.
La paura del promotore di non essere all’altezza, la paura di essere poveri, la paura per il cliente del promotore di perdere a sua volta clienti e la paura del cliente finale o avventore di poter avere danni o fastidi se non compra o accede a qualcosa di specifico (che gli si sta proponendo condito con un po’ di PNL spiccia). Generalmente poi la proposta/prodotto è assolutamente inutile o di scarsissima qualità. E come avrebbe potuto essere diversamente, dal momento che tutto il sistema si basa sull’istinto più dannoso e limitante dell’uomo?
I prodotti del marketing aggressivo
L’energia del crowdfunding è completamente diversa, luminosa ed illuminante, stimola gli istinti più alti dell’essere umano, permettendoci di accedere ad un modello estremamente remunerativo mentre capiamo che il bene del singolo è uno spicchio del bene comune.
I prodotti o le società proposte come esempi dal marketing aggressivo, spesso e volentieri, sono solo presunti se non addirittura millantati. Proprio per questo motivo il modello di business di questi sistemi – tutti più o meno identici – funziona perfettamente, ma solo per gli ideatori. A livello economico si tratta dei così detti “fuochi di paglia” e i prodotti, che dovrebbero essere al centro della ricerca e dell’innovazione, sono abbastanza scadenti e per nulla innovativi.
I prodotti del crowdfunding
Gli esempi in ambito crowdfunding invece sono tutti cristallini, verificabili in ogni minimo dettaglio, non bisogna passare ore e ore per scoprirne i reali promotori e non ci sono sorprese deludenti. Non hanno e non avranno mai bisogno di pubblicità o di escamotage per avere il successo che meritano. Non impongono di essere spietati, di rimbambire con le parole le persone, di solleticare gli istinti più bassi, di usare la leva della paura, ma testimoniano gioiosamente qualcosa d’importante; una conquista per l’essere umano che non va data per scontata: e cioè che non ha senso conquistare tutto il mondo se per farlo è necessario perdere se stessi.
Il crowdfunding, al contrario del marketing un tanto al kilo, aiuta proprio a trovare se stessi. In altre parole il crowdfunding ci dice che se siamo in grado di evolverci possiamo ottenere ciò che desideriamo, senza sforzi eccessivi, perché gli altri ci aiuteranno a raggiungerlo e saranno ben felici di farne parte.
Perché il bene del singolo è uno spicchio del bene comune. Questo vuol dire sharing economy.